lunedì 11 febbraio 2013

Niente

Io non sono niente.
Io non sono te.
Io non sono niente.
Io non sono te.

giovedì 7 febbraio 2013

Rinnovo

Più del pollice, l'abitudine.
Anche quando mastico o desidero, apri le braccia. Nulla può sciogliermi, né la voce né la stanza.
E ora che sono aperte mi rinnovo, mi abituo.
Chiudo in pugno e mi abituo.

martedì 13 novembre 2012

C'erano tempi in cui

Prima del respiro, l'insofferenza. Poi l'emancipazione. L'eleganza.
Con o senza dignità, distinguersi. Estinguersi.
Non c'è stato un attimo in cui ho creduto potessi entrare e rifarlo ancora. Al centro della stanza e noi fissi al centro. Impossibile, per chiunque.
Alla fine ho capito che il timore è nulla. L'attimo è il caso.
Ed è l'unica cosa che abbiamo.
E che non possiamo controllare.

martedì 20 dicembre 2011

A ritroso

Fuggire dal tormento, liscio, impossibile.
Ferro. Come ruggine. Come acqua. Come muffa. Dal niente. Discendo. Ritrovo.
La forma. Non trovo. La forma. Di nuovo. Discendo. Speranza. Dal niente. Attesa.
Muffa. Come acqua. Come ruggine. Come ferro.
A ritroso. Scolpire. La forma. Dal niente. Di nuovo. Speranza.

mercoledì 7 settembre 2011

Sono stato

E' sempre così nuovo, intangibile, a tratti così reale. E sfugge.
Sfugge alla mano e fugge dagli occhi.
Nella carne il mistero. La paura dell'uomo.
Ciò che conta è denigrare, schivare e denigrare. Ungere la pelle per evitare di scappare.
Oggi, mi ricordo, sono stato consapevole. Sono stato seduto ad ascoltare che cosa oggi sarei stato.

martedì 22 febbraio 2011

Prima ancora

Parole. Prima ancora che sia vero. Prima ancora che sia reale.
Mi vesto. Ed è cosa certa. Capisco. E nonostante, esco.
Nel ritorno c'è la voglia, c'è il diverso. Eppure nel ritorno c'è ancora tutto questo.
Non esiste, non è vero, nulla di tutto questo. Nulla di quello che posso sentire.
Eppure è scritto. Pare sia reale. Diventa tale.
Prima ancora che esista davvero.
Prima ancora che sia reale.

mercoledì 24 novembre 2010

Magra

Così dopo tutto. Identico. Più magro.
Capisco la ragione e come ruota attorno il resto. Satellita senza mai incontrarsi.
Per questo resto. Per tutto il resto.
Ché la ragione non conta.
Ma ciò che è.
Resta.

mercoledì 3 novembre 2010

Punto linea

Amici persone esseri umani. Collegamenti. Filamenti.
Linee incerte da punto a punto segnano tracciati indefinibili. Eppure dall'alto così precisi.
Scegliere, scegliere bene un punto. Sceglierlo a caso, tanto è lo stesso.
Ciò che conta è che i punti si perdano tra le linee.
Ciò che conta è che il disegno sia chiaro. Incomprensibile ai più.
E perdersi dentro. E il perdersi stanca. Stanca davvero.
Così mi ridisegno e ridisegno ciò che non sono.
Per avere un quadro più confuso
Per non riconoscermi più.

giovedì 21 ottobre 2010

Il paradiso

Nel ciclo appare scompare, riappare. Freddo nelle mani, carne senza pelle, scale al secondo piano.
E il calore spirale avvolge amore verticale luce accecante. Non esisto.
E tutto è verticale. Anche il tempo è verticale.
E tutto ciò che non è mai stato, non è.
Discende la parola in terra.
Ascende la carne.
Ed io.

mercoledì 31 marzo 2010

Non importa

non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa non importa come ma che cosa importa?

lunedì 1 marzo 2010

Non molto

Non molto ci è rimasto. E non molto manca.
Solo il poco che c'è è ciò che si vede. E vedere poco è il poco che abbiamo.
L'unico. E ad oggi è davvero molto.

domenica 21 febbraio 2010

Valore

La musica è inutile.
La parola non ha alcun valore.

mercoledì 20 gennaio 2010

Qualcosa di inutile

C'è qualcosa di inutile nel non essere gomma, alluminio. Il pensiero del deserto accoglie inghiotte e vomita senza pausa. Premo il rosso di uno STOP.
E tutto tace. Mi allontano sospetto dell'immobile, gli giro intorno. Ora so cosa significa.
Lo vedo finalmente e lui me. Vede attraverso.
La strada è più ruvida di quanto credi, di quanto i piedi riescano a capire.
E ora che so cosa significa. Un altro rosso.

sabato 9 gennaio 2010

Fuori tempo

E' questo che chiami vita? E' questo dunque?
Fuori tempo e fuori porta ad intervalli regolari. Sistematicamente. Pedissequamente.
Uno ad uno, uno ad uno. Nero e bianco a fasce alterne. Intermittenti. Impenetrabili.
Eppure fuori tempo.

sabato 24 ottobre 2009

La fabbrica dei sogni

Noi. La sedia scende sotto il peso, morbida, cigola. Qualcosa resta sospeso e noi. L'attesa.
Nuotano nell'aria e nuotano cantando. Un sapore amaro risale.
Poche le volte in cui si può dire noi. E noi questo non possiamo dirlo.
Neppure questa volta.

sabato 13 giugno 2009

Disordine

Nelle pareti, sotto terra, tra la plastica, il cemento, nell'asfalto. Sepolti, indistinti, miliardi. Spiriti viventi, per metà viventi. La noia, la stanchezza, l'amore, la debolezza, qualcosa di diverso. Di molto diverso in fondo, da noi. Eppure mezza vita ad occhi chiusi, nel silenzio. A ritmi alterni o continui non fa differenza. In fondo il totale è sempre metà.
Se qualcuno soffre, scappa o muore non fa differenza. Mille anni o un solo giorno.
Ciò che conta è ciò che non sappiamo. Il resto è sempre metà.
Oppure no.

giovedì 21 maggio 2009

Com'è distante la luna

Com'è distante la luna. O quanto. Quanto sia non importa, almeno ora. Ciò che conta è che qualcuno lo fa per me, ogni giorno. Perch'io sia io e nuovo ancora. E muoia ora e mai più. Continuamente.
Come un attimo, la comprensione di un battito e da ora, come mai, lo so. So di saperlo.
Domani forse è ciò che era ma ciò che conta è che per quel battito è stato.
Illumino, poco, qualcosa, quel tanto che basta, di giallo, dall'alto, distante, spengo tutto.
Perché ciò che so è nulla. E ciò che potrei non è mai abbastanza.

sabato 9 maggio 2009

Non sa fare rumore

Poche parole a volte e in fondo la pace. O almeno ciò che ci s'aspetta. Giorni di persone sconosciute fianco a fianco. Uomini, donne, ogni cosa che non sia cosa. Che in fondo è l'odore di casa. Ciò che non sa parlare perché non ne ha bisogno.
E a noi destino altro non siamo che ciò per cui siamo. E così rumoroso, vistoso, noioso.
Ciò che resta c'è sempre stato e perciò non sa fare rumore.

venerdì 8 maggio 2009

D'acqua

Nell'inquieto del domani, nella notte che è di fronte, acqua divento. Per dissetarmi ancora.
Non ho bisogno d'altro che d'acqua. E se d'acqua sono io, la sete, di vento, verso popoli sconosciuti, poco a poco, la pioggia.
Il giorno arido, sempre più arido. Di pietra.
Ed il peso di ciò che resta alleggerisce il tempo. Le lancette sono andate.
E forse non resta altro anche a me.

giovedì 7 maggio 2009

Spengo la luce e dormo

Porte e ancora porte e serrature e ancora e ancora. Rinchiudere il dentro all'interno.
E' questo dunque il vivere?
Lascio il fuori al di fuori, chiudo il dentro ed esco fuori. Qualcosa resta dentro, qualcosa resta fuori. Io sono sempre dentro. O sempre fuori.
Dentro ciò che c'è dentro o dentro ciò che resta fuori, dentro comunque il suo restare fuori.
E immaginare riesco e questo posso fare. Essere fuori per guardare dentro. Dentro ciò che ora è fuori.
Non mi resta altro perciò.
Spengo la luce e dormo

mercoledì 6 maggio 2009

Un nome

Nella memoria qualcosa. Una melodia di tanto in tanto. Esiste, già, è sempre esistita. Ma dove, da dove? E come è arrivata qui? Non tutto si sa o forse tutto non si sa. Ciò che conta è che, come me, abbia un nome. Un nome perché la conosca, la riconosca. Per essere ciò che è.
Ora però un nome ancora non ha.

martedì 5 maggio 2009

Come è?

Eppure continuiamo a non vedere. A non capire. A non vedere cosa capire. A non capire cosa vedere. E giorni mattoni e così il muro intorno o dritto a dividere. Qualcuno o qualcosa cosa importa?
Più è tardi e più mi attardo. E il più è sempre in ritardo.
Quanto poco invece il possibile.
Come è possibile? Come è?
Eppure lo è.

mercoledì 22 aprile 2009

Lui

Nel barattolo mille cose. E ancora milleuno, milledue e così via. Ascolto e riascolto ancora zoppo attivo e distaccato. Come a fatica il volo, più a singhiozzi, passeggero forse. Passante direi.
E milletre indistinti se non per piccolezze. Manca un dito, una zampa a volte, un occhio forse.
Ma poco importa, purché il cibo non manchi.
E ciò che resta è per ciò che svanisce. E che dentro, sottile, ferisce.
E così mi nutro del tempo che resta. Prima che svanisca.
Lui e forse io.

mercoledì 8 aprile 2009

Cuore di tenebra

E neppure la pietra antica. Crolla tutto. Con naturalezza.
Il campanile, la piccola casa, l'atico rudere, la chiesa di quartiere, il gusto, la grazia, la bellezza.
Crolla col peso del tempo, col peso del tempo che passa, che trapassa.
Ogni tanto una scossa. E il tempo che passa. E' il tempo che passa.
Un altro libro a poco per quel poco tempo che passa, che passi.
E in fretta.
Un'altra scossa ancora. E ancora nulla. Come nulla fosse.
Come il nulla fosse a scuotere il tempo.
Fermo e rinsecchito. Vecchio orologio e fermo.
Ma in fondo infiamma. La vita.
Sepolta lì da qualche parte.

martedì 10 marzo 2009

Anonimato

Individuo nell'anonimato della folla. E così il tempo metro e misura. Il modulo traccia generatrici improbabili che convergono in centralità che a malapena hanno rubato il nome al centro. 
Centro del cerchio, della forma perfetta, centrica in quanto tale.
Nessun centro dunque, sempre al lato perciò. E il lato non conosce infinito, in quanto tale.
Spigoli ovunque, più o meno aspri, più o meno pungenti. Ma sempre deboli.
Forti e robusti per contrappasso ma infinitamente deboli.
E si aprono ad ogni colpo come un grido scemo, privo d'empatia, una reazione sensibile.
Si scopre il debole, duplice, molteplice e maschera di uno.
L'uno del tutto vulnerabile quando il tutto resta tutto.
E uno resta a guardare tutto senza capirne il perché.

giovedì 22 gennaio 2009

La città gloriosa

Roma che è spenta, bagnata e fredda, illusa e disillusa, pneumatica, distrutta, nera che sprofonda, che vive del ricordo, dell'immagine artificio di un'era, di ciò che era e non è mai stata, dell'amore inghiottito, della canzone che dice, della parola che suona, del suono che non sento più, che echeggia negli orecchi, nella mente spoglia, che rimbalza ancora, ancora e ancora, la città che è sopravvissuta, che non ha mai vissuto ma continua a sopravvivere, delle volte nei seminterrati, delle volte nei telai abbandonati e tristi, gloriosi, di un futuro allusivo immobile, ancora bagnato, ancora spoglio, ancora lì. Che sopravvive.

sabato 17 gennaio 2009

In fondo, l'assurdo.

Identità, indentificazione, alt. Farsi riconoscere. O prima, conoscere. Prima ancora, riconoscenza.
Per il respiro profondo in cui dire chi sono, per il tempo assurdo di un inventore ancor più assurdo, per l'assurdo che è Dio, che non sono io.
E non è poco anche sfiorarne l'idea, nell'assurdo del reale, in fondo, dell'assurdo.
Perché in fondo nulla rimane.
Perché in fondo nulla è rimasto.
Qui.

giovedì 15 gennaio 2009

Sempreverde

E va, indistintamente, oltre la debolezza, oltre la speranza. Oltre ogni cosa.
Intermittente, giallo, grigio poi giallo e grigio ancora. Il ricordo di un vecchio viale come debole speranza. Oltre la memoria.

E mi stupisco ancora, e ancora e ancora. Sempre nuovamente di fronte a tutto questo. Così come al contrario di questo di cui ormai non ricordo più il nome.
L'età che avanza e più verde la speranza.
Sempre verde, sempre debole, sempre incolta.

mercoledì 14 gennaio 2009

Cosa resterà?

I giovani sciallano. Viktor allora ricomincia a cosare. Basta poco, il pensiero o il nulla. La parola come nulla scivola, rimbalza e fugge via. Difficile, impossibile è rifarsi. Un nulla, disfarsi.
Il sapore vuoto, annodato a volte, per fortuna, a volte. Piene, così piene all'interno. Eppure così leggere.
Ma il sapore rimane. Insapore. E il nulla al di sotto.
Cosa resterà?
In fondo, poco. Forse nulla.
Forse il sapore soltanto.

Nell'anno del signore

Nuove melodie nell'anno del signore. De André s'è perso in qualche vicolo. Stretto, molto profondo.

Iva Zanicchi canterà a Sanremo. Forse. Ma poi che importa. L'importante è respirare.

L'importante è respirare.

L'importante è respirare.